Le canzoni degli Anni 30 e 40
Le canzoni degli
italiani
Le canzoni degli Anni Trenta e Quaranta, specie se ascoltate nelle
incisioni fonografiche originali, dimostrano oggi un’incredibile
vitalità, uno straordinario fascino, uno spiccato sapore nostalgico. E
ciò è vero per la maggioranza degli italiani, e non soltanto per
coloro al cui patrimonio di ricordi esse appartengono, ma anche per chi non ha
vissuto i tempi che le videro nascere. Forse perché esse furono le prime
canzoni degli italiani, di tutti gli italiani. Ma è un periodo che
più che alla storia sembra appartenere alla preistoria della canzone
italiana intesa come fenomeno popolare. Lo stile era elegante e ricercato, il
destinatario un pubblico di estrazione borghese e cittadina, la divulgazione
limitata e comunque graduale per l’assenza di mezzi di diffusione
di massa, a parte i pianini ambulanti. Il disco, è vero, in quegli anni
migliorò decisamente la sua qualità, è dal 1925 la sostituzione
dell’incisione acustica con quella elettrica, ma rimase un prodotto di
lusso, riservato a pochi. Il risultato è che le canzoni delle prime tre
decadi del nostro secolo, conosciute oggi di solito attraverso interpretazioni
moderne, talora ironiche, talora affettuose, hanno un po’ il profumo dei
fiori appassiti. La vera storia della canzone italiana ha inizio cosi negli
Anni Trenta. Fu allora che la radio cominciò a portarla in un numero
sempre maggiore di case in ogni parte del Paese, nei centri grandi e piccoli,
in città come in provincia, superando barriere geografiche,
economiche, sociali e linguistiche. Nacquero così, con le canzoni della radio,
“le canzoni degli italiani”. Esse si uniformarono al gusto
medio di un pubblico vasto e indifferenziato e nello stesso tempo contribuirono
a formarlo. Tradussero nel linguaggio di tutti i giorni i sentimenti della
gente comune, si sostituirono come forma di
espressione e di svago alla canzone popolare dialettale.
Quando la radio si chiamava
EIAR
Anche se l’inventore della radio fu un italiano, Guglielmo Marconi, essa si diffuse in Italia con ritardo non solo
rispetto agli Stati Uniti, ma anche a Paesi europei come
l’Inghilterra, la Germania, la Francia. La data
di nascita ufficiale è il 1924, quando a Roma iniziò le sue
trasmissioni regolari una stazione gestita dalla Unione Radiofonica Italiana
(URI) in base a una concessione governativa. Una legge del 1910, infatti, aveva
riservato al Governo l’esercizio degli impianti radiofonici, con la
facoltà di concedere tale attività ad enti pubblici o privati.
Nonostante dietro l’URI ci fossero gli interessi dei fabbricanti di
apparecchi, ci volle del tempo perché anche da noi la radio assumesse
un’importanza nazionale, dato l’alto costo degli impianti di trasmissione,
degli apparecchi riceventi e del canone d’abbonamento richiesto agli
ascoltatori. Radio Milano cominciò a trasmettere
nel 1925, Radio Napoli nel 1926, e nel 1928 entrarono in funzione le stazioni
di Torino e Bolzano. In quell’anno in Italia si
contavano poco più di 60.000 abbonati contro i milioni di
radioascoltatori di Inghilterra e Germania. La radio era nata
contemporaneamente al regime fascista. Il fascismo, naturalmente, aveva
bisogno del consenso popolare per le sue iniziative sia politiche che economiche
e sociali; a tal fine il controllo e lo sviluppo degli organi di informazione
appariva essenziale. E infatti la concessione, in
esclusiva, all’URI del servizio radiofonico era stata preceduta, nel
febbraio 1923, da nuove norme sulle comunicazioni senza filo, che tra
l’altro definivano i poteri di controllo del Ministero delle Poste,
dal 1924 assorbito dal Ministero delle Comunicazioni, sugli eventuali
concessionari del servizio, e stabilivano anche la facoltà governativa
di imporre il licenziamento o di vietare l’assunzione del personale da
impiegarsi in tale servizio per motivi di pubblica sicurezza. Lo sviluppo
dell’attività dell’URI, tuttavia, non fu giudicato
soddisfacente da Mussolini, che nel gennaio 1927
volle venisse costituita una commissione con
l’incarico di provvedere a un accurato esame della situazione generale
della radiofonia. In base ai suggerimenti della commissione, tra la fine del
1927 e l’inizio del 1928, l’URI venne
trasformata in Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR), una
società privata alla quale lo Stato diede per 25 anni in esclusiva la
concessione del servizio radiofonico. Presso il Ministero delle Comunicazioni
venne istituito un Comitato superiore per la vigilanza
sulle radiodiffusioni, di cui fecero parte rappresentanti del mondo
economico, della cultura e del giornalismo, nominati dal Capo del governo
su proposta del Ministero. Del consiglio di amministrazione dell’Ente
fecero parte quattro membri di nomina governativa, tra i quali Arnaldo Mussolini, fratello dèl Duce, che divenne uno dei
due vice-presidenti, Il canone d’abbonamento fu ridotto da
Dai microfoni dell’EIAR
Nel 1940 Nizza e Morbelli, gli autori che
nel 1935 avevano creato la fortunata trasmissione “I quattro moschettieri”
abbinata al concorso della Perugina, concorso che aveva indotto gli italiani
alla disperata ricerca della introvabile figurina del “feroce
Saladino”, scrissero, con Gino Filippini
“L’uccellino della radio”, una canzone che una delle migliori
interpreti del tempo, Silvana Fioresi, si
incaricò di rendere popolare. Essa si riferiva al
caratteristico cinguettio che l’EIAR usava nelle pause tra un
programma e l’altro. Un’aria di libertà, di
spensieratezza, che era il riflesso delle aspirazioni di molti: “Della
radio l’usignol / stamattina ha preso il voI / al suo libero cielo ha
voluto ritornar. / Nella gabbia a fili d’or / rimaneva a malincuor / tutti i passeri udendo di fuori a cinguettar...
Non lo state ad aspettar / non vorrà più
ritornar. / Nel suo volo d’amore e d’azzurro verso il sol /
l’uccellino della radio ha preso il voI”.
Non ci sono prove che il regime stimolasse attivamente questo genere di
produzione musicale, però, la sua proclamata ostilità alle
influenze straniere in genere, e ai ritmi sincopati di origine americana in
particolare, che contribuivano, più o meno contrabbandati, a rendere
particolarmente gaia la nostra canzone, avrebbe dovuto comportare un
atteggiamento negativo nei suoi confronti. In realtà le
caratteristiche della nostra produzione canora erano spontanee, tutt’al più suggerite
agli autori e agli interpreti dalle preferenze manifestate dal pubblico, e il
regime le vedeva come uno sfogo innocuo, e in fondo benefico, salvo specifici
ma rari interventi, quando riscontrava nei testi espressioni non convenienti.
Ma più che censura ci fu forse autocensura.
Gli autori e gli editori di canzoni cercavano naturalmente il successo, e
il vasto successo popolare non poteva venire che dalla radio o dal cinema, come
si vedrà più oltre, ambedue strettamente
controllati dalle autorità, I dischi, anche se cominciavano
indubbiamente ad avere una maggiore diffusione ed erano prodotti, fino al 1940
(quando le case fonografiche straniere vennero poste sotto sequestro), non solo
dalla Cetra, controllata dal gruppo SIP-EIAR, ma anche da ditte private e
indipendenti, davano ancora dei guadagni relativi ed erano comunque
condizionati al successo che canzoni ed interpreti ottenevano alla radio nel
cinema. Le canzoni italiane trasmesse dai microfoni dell’EIAR si possono
suddividere in alcuni filoni ben precisi in base alla loro ispirazione o ad altre
caratteristiche, Il primo posto, naturalmente, lo avevano le canzoni
d’amore, e a esse è dedicata la prima
facciata della nostra antologia. Le loro melodie portavano spesso la firma
di Giovanni D’Anzi, uno dei più
prolifici e più felici compositori che la nostra canzone abbia avuto. Alcune, come “Tornerai”, scritta
dal Maestro Dino Olivieri nel 1936 con versi di Nino Rastelli,
ebbero successo anche all’estero; in
Francia divenne subito “J’attendrai”
e nel ‘45 con il titolo di “l’lI be yours” arrivò anche
in America e venne interpretata, tra gli altri, da Bing
Crosby e Frank Sinatra. Grande popolarità ottennero le canzoni che
parlavano della radio stessa o che con essa in qualche
modo si identificavano..
La radio e il cinema
Radio e cinema nell’Italia degli Anni Trenta ebbero sviluppi
paralleli e interscambi vantaggiosi per ambedue. Il primo film sonoro italiano
ebbe come commento musicale “La canzone
dell’amore” di Gennaro Righelli (1930), più nota attraverso
il primo verso del ritornello “Solo per te, Lucia”. Il brano
ottenne grande, immediato e duraturo successo ed entrò quasi subito a
far parte del repertorio dei nostri grandi tenori, e in particolare di quello
di Beniamino Gigli. Come d’altronde era avvenuto per il cinema
americano, il nostro cinema sonoro era nato cantando e continuò a
cantare, in modo particolare nel filone “dei telefoni
bianchi”. Essa prese in prestito dalla radio canzoni e cantanti, che
fece divenire attori, e diede alla radio attori, che divennero cantanti. Un
baritono, infine, Gino Bechi, ebbe un grosso successo
cinematografico, radiofonico e disco-grafico con il film “Fuga a due
voci”, diretto nel 1942 da Carlo Ludovico Bragaglia,
con a fianco una delle giovani dive del momento, Irasema Dilian, per la quale
cantava “Soli soli nella notte” e
“La strada nel bosco”.
Dall’EIAR alla RAI
10 giugno 1940, quando l’Italia entrò in guerra, anche
la radio fu mobilitata in occasione del conflitto. Si
provvide a una riduzione dei programmi considerati di intrattenimento,
sia di prosa che musicali, a favore dell’ampliamento di quelli
giornalistici. Un confronto tra i programmi mandati in onda nel 1939,
l’ultimo anno di pace, e quelli del 1941 vede una diminuzione di circa il
30% di quasi tutti i generi musicali, compresa l’opera lirica. Ma va
tenuto presente che le trasmissioni speciali di nuova creazione, dedicate ai
soldati, alle loro famig~ie, ai feriti e così via, contenevano
molta musica, e soprattutto canzoni, genere che già nel corso degli Anni
Trenta aveva dimostrato di godere vaste simpatie tra il pubblico radiofonico.
Naturalmente si accentuò il processo di italianizzazione della
canzonetta, e l’EIAR, dalle pagine del “Radiocorriere”,
assicurò che la radio da tempo andava applicando la norma della
predominanza assoluta nei suoi programmi della produzione nazionale. E
questo sia per la musica leggera che per la musica sinfonica, le opere e le
operette. In realtà la canzone, come dimostrano successi radiofonici del
1941 quali “C’è un’orchestra sincopata” o
“Quando canta Rabagliati”,
continuò ad andare per la sua strada, rifiutando ogni eccessivo
condizionamento, forte del consenso popolare. E continuò ad essere specchio
dei sentimenti e degli umori della gente, dalla profetica “Signora
illusione” alla sardonica “Tutto bene madama la marchesa”,
tradotta dal francese, dalla filosofica “Camminando sotto la
pioggia” alla disincantata “E stata una follia”,NeI 1942 le canzoni di guerra,
come “Caro papà”, “La canzone dei sommergibili”
e “La saga di Giarabub”, giunsero
all’apice del loro successo. La raccolta di esse,
pubblicata dall’editore Campi di Foligno col titolo “Canzoni
del tempo di guerra” ebbe quattro ristampe in pochi mesi, per oltre mezzo
milione di copie. “Liii Marlen”
era stata composta dal tedesco Norbert Schultze nel 1938 (i versi erano di Hans
Leip). Il disco inciso da Lale
Andersen non aveva avuto successo. Ma un certo numero
di copie di esso erano finite a Radio Belgrado che,
dopo l’occupazione tedesca dell’aprile del 1941, per mancanza di
meglio prese a trasmetterlo frequentemente. Era solo una canzone
d’amore un po’ triste, non apprezzata a Berlino che
l’aveva giudicata disfattista, ma piaceva alle truppe tedesche, fu quindi
trasmessa ogni sera, per disposizione dello stesso Hitler.
E sulle onde della radio la canzone superò i fronti di battaglia e fu
adottata dai soldati dell’una e dell’altra parte. In Italia ne fu
incisa una versione nella nostra lingua nel 1942. Provvide ai versi
italiani Nino Rastelli, autore in genere di cose
piuttosto frivole, da “Il pinguino innamorato” a “I pompieri
di Viggiù”, ma anche di “Tornerai”,
la cui atmosfera non era molto diversa; dell’incisione si
occupò il Maestro Angelini, che scelse come
interprete Lina Termini. Una sorte analoga a quella di “Liii Marlen”, anche se senza incontrare censure sul suo cammino,
toccò a “Rosamunda”. Composta nel 1934 deI cecoslovacco Jaromìr
Veywoda varcò l’oceano e nel 1939 venne
prima presentata, con il titolo di “Beer Barrel Polka”, nella versione strumentale del
fisarmonicista Will Glahe e
la sua orchestra, poi portata al successo dalle Andrews
Sisters. Divenuta particolarmente popolare tra le
truppe angloamericane, pure lei volò oltre le
linee. In Italia, con testo di Nisa fu incisa nel 1943 dall’orchestra di Angelini con la voce squillante di Dea Garbaccio. Le
vicende belliche coinvolsero ulteriormente la radio e le sue canzoni. In
seguito alle incursioni aeree alleate su Torino, nei dicembre 1942 le orchestre
radiofoniche di Angelini e Zeme
furono trasferite a Bologna e poj, nella
primavera del
CANZONE |
di |
canta |
CANZONE |
di |
canta |
CANZONE |
di |
canta |
Il primo pensiero |
Pagano Cherubini |
A. Rabagliati |
Tornerai |
Olivieri Rastelli |
Trio Lescano Quartetto Funaro |
Bambina innamorata |
Bracchi D'Anzi |
A. Rabagliati |
Notte e dì |
Redi Nisa |
J. Cacciagli |
C'è una casetta piccina |
Prato Valabrega |
A. Rabagliati |
Non dimenticar le mia parole |
Bracchi D'anzi |
E. Livi Trio Lescano |
L'uccellino della radio |
Filippini Nizza Morbelli |
S. Fioresi |
La canzone del boscaiolo |
Barzizza Morbelli |
A. Rabagliati Trio Lescano |
La famiglia canterina |
Cherubini Bixio |
E. Bonino e Trio Lescano |
Quando la radio |
Prato Morbelli |
A. Rabagliati |
Silenzioso slow |
D'Anzi Bracchi |
N. Bruni |
C'è una chiesetta |
Rampoldi Cantoni |
A. Rabagliati |
La canzone
dell'amore |
Bixio Cherubini |
B. Gigli |
Vivere |
Bixio |
T. Schipa |
Non ti scordar di
me |
De Curtis Furnò |
B. Gigli |
La mia canzone al
vento |
Bixio Cherubini |
G. Lugo |
Terra straniera |
Marletta Liberati |
B. Gigli |
Chi è
più felice di me? |
Bixio |
T. Schipa |
C'è
un'orchestra sincopata |
Bixio Cherubini |
Trio Lescano |
Quando canta Rabagliati |
D'Anzi Galdieri |
A. Rabagliati |
Ma le gambe |
D'Anzi Bracchi |
E. Aita Trio Lescano |
Ho un sassolino
nella scarpa |
Valci |
N. Otto |
Che musetto |
Ceragioli Testoni |
E. Lotti |
Conosci mia cugina |
C.A.Rossi |
E. Bonino |
...E zitto amore |
Ruccione Bonagura |
O. Carboni |
Mattinata
fiorentina |
D'Anzi Galdieri |
A. Rabagliati |
Chitarra romana |
Di Lazzaro |
C. Buti |
Serenata
sentimentale |
Weersma Lulli |
A. Clerici |
Chitarrella |
Ruccione Bonagura |
O. Bocaccini |
Luna marinara |
Bonagura Festa Simonini |
C. Buti |
|
Casiroli Consiglio |
|
|
Consiglio Panzeri |
|
|
Kramer Rastelli |
|
|
Casiroli Arcangeli |
|
|
Rolandi Cherubini |
|
|
Kramer Panzeri Rastelli |
|
|
Cherubini Bixio |
A. del Pelo |
Sulla carrozzella |
Filippini Morbelli |
O. Spadaro |
La bicicletta |
Natili Rusconi Schor |
O. Spadaro |
|
Filippini Morbelli |
E. Bonino |
Sulla bici
bicicletta |
Ravasini Larici |
G. Beccaria |
Stelle di Spagna |
De Marta Sordi Bonfanti |
E. Bonino |
|
Rampoldi Malinverno |
D. Serra |
Faccetta nera |
Micheli Ruccione |
C. Buti |
Carovane del Tigrai |
Di Lazzaro Mendes |
D. Serra |
|
Pinki Oldrati Rossi |
Crivel |
Sul lago Tana |
Di Lazzaro |
D. Serra |
Ritorna il
legionario |
Pelelgrino Civarri |
A. Massseglia |
|
Bixio Neri |
V. de Sica |
Tu solamente tu |
Frustaci Galdieri |
T.
Silenzi |
Mille lire al mese |
Innocenzi Sopranzi |
G. Mazzi |
|
Bracchi D’Anzi |
D. Lodi |
Tu musica divina |
Bracchi D’Anzi |
D. Lodi |
La canzone
dell’usignolo |
Di Lazzaro |
L. Silvi |
|
DiLazzaro Panzeri |
C. Buti |
Piemontesina |
Raimondo Prati |
S. Fioresi G. Di Palma |
La romanina |
Di Lazzaro Micheli |
C. Buti |
|
Ruscni Borella |
S. Fioresi E. Bonino |
Genovesina |
Raimondo |
E. Bonino Trio
Aurora |
Madonna
fiorentina |
Bixio Cherubini |
O. Boccaccini |
|
Cherubini Bixio |
C. Buti |
Rosabella del Molise |
DiLazzaro Ciampa |
S. Fioresi E. Bonino |
Fiorellin
del prato |
Mascheroni Panzeri |
A.Cleriri |
|
Kramer Frati |
N. Colomba |
Chiesetta alpina |
De Martino Arrigo |
O. Craboni S. Fioresi |
Reginella campagnola |
Di Lazzaro |
C. Buti |
|
Spadaro |
O. Spadaro |
Ti
comprerò l’armonica |
Ruccione Zambrelli |
S. Fioresi E. Bonino |
Il valzer dell’organino |
Bixio Cherubini |
P. Pavesio |
|
Schisa Ftari |
G. di Palma Trio
Lescano |
Il valzer della
fisarmonica |
Di Lazaro |
Trio Lescano |
Il primo amore |
Buti |
C.Buti |
|
Bonagura Bonavolontà |
C,. Villa |
Villa triste |
Ruccione De Torres Simeoni |
L. Tajoli |
Serenata celeste |
Ruccione Fiorelli |
O. Carboni |
|
Bixio Bonagura |
L. Tajoili |
Acquarello
napoletano |
Benedetti Bonagura |
O. Carboni |
Mamma |
Bixio Cherubini |
B. Gigli |
|
D’Anzi Maglio |
f. Taglaivini |
Solo solo nella notte |
Bixio |
G. Bechi |
Cavallino corri e
va |
Di Lazzaro |
G. Lugo |
|
D’Anzi Panzeri |
F. Tavaglini |
La strada nel
bosco |
Bixio Rusconi
Nisa |
G. Bec hi |
Tutto bene madama
la marchesa |
Misraki |
Masucci
Osella Filogamo Milinari |
|
Fustaci Macario |
Trio Lescano |
Signora illusione |
Fragna Cherubuni |
L. Dolliver |
Ma l’a’more
no |
Galideri d’Anzi |
L. Termini |
|
Ravsini Panzeri Rastelli |
Dea Garbaccio |
E’ stata
una follia |
Mascheroni Mari |
N. Serena |
Caro pà |
Filippini
Manlio |
J. Cacciagli |
|
Ruccione Zorro |
M. Montanari |
La sagra di Giarabub |
Ruccione De Torres Simeoni |
F. Albanese |
Ninna ninna in grigioverde |
Militello Mari |
G. Pederzeni |
|
Schultze Rastelli |
L. Termini |
Rosamunda |
Weywoda Nisa |
D. Garbaccio |
In cerca di te |
Sciorilli Testoni |
N. Colombo |
|
Panzuti Dampa |
B. Pallesi |
Buonanotte angelo
mio |
Danpa Pallesi |
A. Rabagliati |
Io t’ho
incontrata a Napoli |
Carmichael Forte |
A. Broglia |
|
Mascheroni Panzeri |
O. Craboni |
Angiolina |
Roberts Martelli |
G. Beccaria |
Sentimental |
Frustaci Garinei |
W. OSIRIS |
|
D’Anzi Garinei |
N. Otto |
Veleno |
Polacci |
Tina de Mola |
Com’era
verde la nostra vale |
Placci |
O. Carboni |
|
D’Anzi Paglieri |
A. Rabagliati |
Ti parlerò
d’amor |
Marinelli |
W. Osiris |
Eulalia Torricelli |
RediOlivieri |
G. Beccaria |
|
Fragna Larici |
C. Jaione |
Il re del
Portogallo |
Rizz a Panzeri |
Quartetto Stars |
I cadetti di
Guascogna |
Fragna Larici |
C. Jaione |
|
Maja Giacobetti |
Quartetto Cetra |
Alle terme di Caracalla |
Svar Pinchi |
C. Jaione |
Avanti e idrè |
Ravasini Larici |
N. Pizzi |
|
Carosone Notorius |
N. Pizzi |
Manana por
la manana |
Garcia Bruneri |
N. Pizzi |
Maria de Bahia |
Garcia Bruneri |
N. Pizzi |
|
Warren Darelli |
G. Beccaria |
La raspa |
Gamre Grant Nisa Ardo |
N. Pizzi |
|
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|